Quale sarà il trend dell’immobiliare nel 2023? Il caro energia, l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse quali conseguenze avranno sul comparto? Come reagirà il settore? A offrire un quadro della situazione è il presidente nazionale Fimaa – Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, Santino Taverna, che a idealista/news ha illustrato le previsioni per il nuovo anno parlando di transazioni e prezzi, intenzioni di acquisto, numero di immobili disponibili sul mercato e soffermandosi sul sentiment dei professionisti.
In che modo guerra, caro energia, inflazione, aumento dei tassi di interesse sui mutui rischiano di incidere sull’andamento del mercato immobiliare nell’anno da poco iniziato?
“La guerra, il caro energia, l’aumento del costo della vita e dei tassi di interesse sui mutui storicamente alimentano l’incertezza nel mercato immobiliare.
Nel 2023 prevediamo transazioni stabili rispetto allo scorso anno, con una probabile riduzione della platea che potrà permettersi l’acquisto immobiliare. Le intenzioni di acquisto però non diminuiranno soprattutto nelle grandi città e per chi cercherà di salvaguardare le proprie disponibilità economiche dagli effetti inflattivi investendo proprio nel mattone, considerato tuttora cassaforte dei risparmi.
Diminuirà invece il numero di immobili disponibili sia a causa del buon andamento delle compravendite registrate negli anni precedenti che per l’atteggiamento attendista dei proprietari, riconducibile proprio all’incremento dell’inflazione e all’aumento dei costi energetici e delle materie prime”.
In questo quadro, l’aumento dei prezzi che peso avrà?
“Ci aspettiamo aumenti contenuti e con margini di ulteriore crescita, dopo 10 anni di contrazione dei valori che tuttora non hanno recuperato quanto perso negli anni passati fatto salvo per gli immobili delle grandi città. L’incremento dei prezzi non sarà tale da influenzare negativamente il numero delle compravendite.
In media i valori rimarranno stabili, fatti salvi alcuni contesti particolari che potrebbero essere caratterizzati da un aumento per gli immobili di fascia alta, ma non certo per quelli di fascia medio bassa che solitamente risultano più esposti ai ribassi.
Potrebbero esserci potenziali acquirenti orientati a rimandare l’acquisto della casa allungando i tempi di compravendita, ma anche in questi casi non sarà certo per l’aumento dei valori”.
Qual è il sentiment tra i professionisti del settore?
“Il mercato immobiliare dovrà fare ancora i conti con l’instabilità e l’incertezza economica per la guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’aumento del prezzo delle materie prime e l’inflazione.
Probabile che molti acquirenti, a causa dell’attuale incertezza economica, valutino di rimandare gli investimenti in attesa di maggiori certezze. Buone performance sono previste per il settore degli immobili di lusso, che resterà solido e vivace anche per il 2023.
Tra gli operatori c’è la consapevolezza che in Italia, negli ultimi tre anni, i prezzi degli immobili sono cresciuti meno nel rapporto con gli altri Paesi europei. Un dato che lascia ben sperare visto che il mercato italiano da sempre risulta appetibile anche per gli investitori stranieri”.
Tra acquisto e locazione, quale formula potrebbe avere la meglio nel 2023?
“Il contesto generale ridarà ossigeno al mercato delle locazioni. Nel 2023 si riscontreranno transazioni stabili o in minima flessione che saranno comunque compensate dall’incremento del numero delle locazioni”.
Il nuovo anno ha portato con sé anche delle novità per quanto riguarda le agevolazioni fiscali. Queste novità che impatto avranno sul mercato immobiliare?
“La detrazione fiscale per gli acquisti di immobili in classe energetica A o B; l’assegnazione agevolata di immobili delle società ai soci; la proroga del bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, del bonus verde e delle ristrutturazioni edilizie con incentivi fiscali per la riqualificazione energetica sono provvedimenti positivi per il comparto, come peraltro la conferma del sismabonus e la proroga delle misure in favore dell’acquisto della ‘prima casa’ per gli under 36.
La stessa proroga del Fondo di solidarietà per i mutui prima casa (Fondo Gasparrini) come quella del Fondo di garanzia contribuiranno a favorire la dinamicità del mercato immobiliare”.